Le donne che devono sottoporsi a terapie rischiose per la loro fertilità. Migliaia di italiane lo hanno già fatto. Ma non quante dovrebbero.
LA PRIMA domanda che fa una donna alla diagnosi di cancro è ovviamente se si salverà. La seconda se dopo essere guarita – e l’85 per cento di chi ha un cancro al seno guarisce – può ancora avere un bambino. Perché quelle terapie che salvano la vita – chemio e radioterapia – possono invece compromettere la fertilità. E la possibilità di essere madre.
Prima di cominciare le cure per il tumore si può però mettere in salvo quel sogno, congelando ovociti e tessuto ovarico, tecnica quest’ultima che ha già portato alla nascita di un centinaio di bambini ma viene ancora ritenuta sperimentale. Si chiama preservazione della fertilità, e da anni l’Istituto superiore di sanità organizza corsi in tutta Italia per ricordare ai medici, oncologi in testa, di pensarci sempre quando hanno di fronte una donna giovane, alla chance di poterle far avere un figlio….Continua su Repubblica>>
___